martedì 11 novembre 2008

Blogger Birmano condannato a venti anni di reclusione (e non è l'unico...)


E' stato condannato ad oltre venti anni di reclusione un popolare blogger birmano accusato, riferisce la Bbc, di aver messo in rete una vignetta che aveva per oggetto il leader della giunta militare al potere nel paese, il generale Than Shwe. Nay Myo Kyaw, noto con il soprannome di Nay Phone Latt, e' stato condannato a venti anni e sei mesi da una Corte speciale a Yangon. Giovane ex esponente del partito di opposizione Lega Nazionale per la Democrazia che fa capo a Aung San Suu Kyi, il blogger e' stato arrestato il 29 gennaio, tre mesi appena dopo le manifestazioni dei monaci buddisti nella ex capitale - ampiamente descritte dal 28enne esperto di informatica nei suoi blog - che si conclusero nel settembre scorso con una violenta repressione militare ed un bilancio di trenta morti, centinaia di dispersi e migliaia di persone imprigionate.
Fonte : Adnkronos

È il rapporto annuale World Information Access (WIA) – con cui la University of Washington rende noti i numeri relativi alla repressione online – a rivelare infatti che il 2007 è stato uno dei peggiori per la libertà di espressione nel web. Lo scorso anno - denuncia il documento - i blogger arrestati in tutto il mondo per essersi espressi a favore dei diritti umani denunciando abusi politici e corruzione, e in genere per aver criticato l'opera dei propri governi, sono stati tre volte tanto quelli del 2006. E complessivamente, dal 2003 a oggi, ben 64 persone sono state private della libertà per aver affidato il proprio pensiero all'internet. Oltre la metà di questi arresti riguardano cittadini cinesi, egiziani e iraniani.
Ma i protagonisti della blogosfera sono tenuti d'occhio anche da Paesi insospettabili: il WIA mette per esempio in luce che nella lista delle nazioni in cui negli ultimi quattro anni sono stati arrestati dei blogger compaiono anche diversi Paesi occidentali, come Regno Unito, Francia e Stati Uniti. A dimostrazione del fatto che la verità può essere scomoda e infastidire anche governi non notoriamente liberticidi, come pure del fatto che i blog hanno un peso politico sempre maggiore, soprattutto in tempo di elezioni o quando i cittadini si mobilitano dando vita a proteste su larga scala.
Fonte : Visionpost.it

Due articoli che ben si riallacciano al post precedente... Non voglio comparare l'Italia con la Birmania, per fortuna non siamo ancora a questi livelli, ma come riporta il secondo articolo il problema esiste anche nei paesi occidentali...Il non rispetto per la libertà di pensiero è un malcostume diffuso... MAI UNA GIOIA...

1 commento:

Ivo Serenthà ha detto...

Sebbene la libera informazione nel nostro paese abbia problemi,non c'è paragone con la realtà birmana.

Ho avuto anch'io la tentazione di postare a riguardo,ho dato la priorità alle suore in Kenia e i volontari in generale.

Saluti,Dalida

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