giovedì 7 maggio 2009

"La storia di Peppino e degli amici siciliani"


Il 9 maggio del 1978, mentre l’Italia è sotto choc per il ritrovamento a Roma del cadavere di Aldo Moro, in un piccolo paesino della Sicilia affacciato sul mare, Cinisi, a 30 km da Palermo, muore dilaniato da una violenta esplosione Giuseppe Impastato. Ha 30 anni, è un militante della sinistra extraparlamentare e sin da ragazzo si è battuto contro la mafia, denunciandone i traffici illeciti e le collusioni con la politica. A far uccidere Impastato è il capo indiscusso di Cosa Nostra negli anni Settanta, Gaetano Badalamenti, bersaglio preferito delle trasmissioni della Radio libera che egli ha fondato a Cinisi....


Peppino Impastato nacque a Cinisi, in provincia di Palermo, il 5 gennaio 1948, da una famiglia mafiosa (il padre Luigi era stato inviato al confino durante il periodo fascista, lo zio e altri parenti erano mafiosi e il cognato del padre era il capomafia Cesare Manzella, ucciso nel 1963 in un agguato nella sua Giulietta imbottita di tritolo). Ancora ragazzo rompe con il padre, che lo caccia di casa, ed avvia un'attività politico-culturale antimafiosa. Nel 1965 fonda il giornalino L'idea socialista e aderisce al PSIUP. Dal 1968 in poi, partecipa, con ruolo dirigente, alle attività dei gruppi di Nuova Sinistra. Conduce le lotte dei contadini espropriati per la costruzione della terza pista dell'aeroporto di Palermo, in territorio di Cinisi, degli edili e dei disoccupati. Nel 1975 costituisce il gruppo Musica e cultura, che svolge attività culturali (cineforum, musica, teatro, dibattiti, ecc.); nel 1976 fonda Radio Aut, radio libera autofinanziata, con cui denuncia i delitti e gli affari dei mafiosi di Cinisi e Terrasini, in primo luogo del capomafia Gaetano Badalamenti, che avevano un ruolo di primo piano nei traffici internazionali di droga, attraverso il controllo dell'aeroporto. Il programma più seguito era Onda pazza, trasmissione satirica con cui sbeffeggiava mafiosi e politici. Nel 1978 si candida nella lista di Democrazia Proletaria alle elezioni comunali. Viene assassinato nella notte tra l'8 e il 9 maggio del 1978, nel
corso della campagna elettorale, con una carica di tritolo posta sotto il corpo adagiato sui binari della ferrovia. Pochi giorni dopo, gli elettori di Cinisi votano il suo nome, riuscendo ad eleggerlo, simbolicamente, al Consiglio comunale. Stampa, forze dell'ordine e magistratura parlano di atto terroristico in cui l'attentatore sarebbe rimasto vittima e di suicidio dopo la scoperta di una lettera scritta in realtà molti mesi prima. L'uccisione o, come si fece credere, l'incidente non destò il clamore dovuto, forse anche per il fatto che lo stesso giorno veniva ritrovato, in via Caetani a Roma, il corpo del presidente della DC Aldo Moro.
Grazie all'attività del fratello Giovanni e della madre Felicia Bartolotta Impastato, che rompono pubblicamente con la parentela mafiosa, dei compagni di militanza e del Centro siciliano di documentazione di Palermo, nato nel 1977 e che nel 1980 sisarebbe intitolato proprio a Giuseppe Impastato, viene individuata la matrice mafiosa del delitto e sulla base della documentazione raccolta e delle denunce presentate viene riaperta l'inchiesta giudiziaria. Il 9 maggio del 1979, il Centro siciliano di documentazione organizza, con Democrazia Proletaria, la prima manifestazione nazionale contro la mafia della storia d'Italia, a cui parteciparono 2000 persone provenienti da tutto il paese. Nel maggio del 1984 l'Ufficio Istruzione del Tribunale di Palermo, sulla base delle indicazioni del Consigliere istruttore Rocco Chinnici, che aveva avviato il lavoro del primo pool antimafia ed era stato assassinato nel luglio del 1983, emette una sentenza, firmata dal Consigliere Istruttore Antonino Caponnetto, in cui si riconosce la matrice mafiosa del delitto, attribuito però ad ignoti. Il Centro Impastato pubblica nel 1986 la storia di vita della madre di Giuseppe Impastato, nel volume La mafia in casa mia, e il dossier Notissimi ignoti, indicando come mandante del delitto il boss Gaetano Badalamenti, nel frattempo condannato a 45 anni di reclusione per traffico di droga dalla Corte di New York, nel processo alla Pizza connection. Nel gennaio 1988, il Tribunale di Palermo invia una comunicazione giudiziaria a Badalamenti. Nel maggio del 1992 lo stesso tribunale decide l'archiviazione del caso Impastato, ribadendo la matrice mafiosa del delitto, ma escludendo la possibilità di individuare i colpevoli e ipotizzando la possibile responsabilità dei mafiosi di Cinisi alleati dei corleonesi. Nel maggio del 1994 il Centro Impastato presenta un'istanza per la riapertura dell'inchiesta, accompagnata da una petizione popolare, chiedendo che venga interrogato sul delitto Impastato il nuovo collaboratore della giustizia Salvatore Palazzolo, affiliato alla mafia di Cinisi. Nel marzo del 1996 la madre, il fratello e il Centro Impastato presentano un esposto in cui chiedono di indagare su episodi non chiariti, riguardanti in particolare il comportamento dei carabinieri subito dopo il delitto. Nel giugno del 1996, in seguito alle dichiarazioni di Palazzolo, che indica in Badalamenti il mandante dell'omicidio assieme al suo vice Vito Palazzolo, l'inchiesta viene formalmente riaperta. Nel novembre del 1997 viene emesso un ordine di cattura per Badalamenti, incriminato come mandante del delitto. Il 10 marzo 1999 si svolge l'udienza preliminare del
processo contro Vito Palazzolo, mentre la posizione di Badalamenti viene stralciata. I familiari, il Centro Impastato, Rifondazione comunista, il Comune di Cinisi e l'Ordine dei giornalisti chiedono di costituirsi parte civile e la loro richiesta viene accolta. Il 23 novembre 1999 Gaetano Badalamenti rinuncia all'udienza preliminare e chiede il giudizio immediato. Nell'udienza del 26 gennaio 2000 la difesa di Vito Palazzolo chiede che si proceda con il rito abbreviato, mentre il processo contro Gaetano Badalamenti si svolgerà con il rito normale e in video-conferenza. Il 4 maggio, nel procedimento contro Palazzolo, e il 21 settembre, nel processo contro Badalamenti, vengono respinte le richieste di costituzione di parte civile del Centro Impastato, di Rifondazione comunista e dell'Ordine dei giornalisti. Nel 1998 presso la Commissione parlamentare antimafia si è costituito un Comitato sul caso Impastato e il 6 dicembre 2000 è stata approvata una relazione sulle responsabilità di rappresentanti delle istituzioni nel depistaggio delle indagini. Nella commissione si rendono note le posizioni favorevoli all'ipotesi dell'attentato terroristico poste in essere dai seguenti militari dell'arma: il Maggiore Tito Baldo Honorati; il maggiore Antonio Subranni; il maresciallo Alfonso Travali. Il 5 marzo 2001 la Corte d'assise ha riconosciuto Vito Palazzolo colpevole e lo ha condannato a 30 anni di reclusione. L'11 aprile 2002 Gaetano Badalamenti è stato condannato all'ergastolo. Tratto da Wikipedia



Tra un paio di giorni sarà l'anniversario della
morte di un grande uomo, che ebbe il coraggio di sfidare da solo la
mafia...Un ringraziamento per quanto ha fatto il compagno Peppino....
Hasta siempre!


14 commenti:

loris ha detto...

E' un ricordo importante di chi ha voluto comunque mettersi in gioco senza accettare mediazioni con il sistema mafioso. Un grande senso dello stato e di amore per la propria terra.
Consiglio a tutti di vedere e far vedere ai propri figli il film "i cento passi"

marus ha detto...

caio Pierpa ne approfitto per segnalare:
Programma del
Forum Sociale Antimafia
"Felicia e Peppino Impastato" 2009
a Cinisi
Promotori: Associazione Peppino Impastato - Casa Memoria di Cinisi,
Centro siciliano di documentazione "Giuseppe Impastato" di Palermo,
Associazione Radio Aut

http://www.centroimpastato.it/forum.php3

Damiano Aliprandi ha detto...

Sono contento Pierprandi, lo abbiamo ricordato insieme!

Facciamo in modo che il suo martirio non sia vano...

upupa ha detto...

.ricordare queste persone che hanno dato lustro al nostro paese (che non merita)per i loro principi,valori e azioni è sempre molto emozionante...

Pierprandi ha detto...

@Cioara Andrei vado ad intuito e immagino che la tua lingua sia il Rumeno, che però io ignoro completamente, Mi documento e ti rispondo, anche se mi pare che ti sia piaciuto il mio blog... Ciao

Pierprandi ha detto...

@Loris Un grande coraggio, in oltre a dimostrato che si può essere diversi dai padri...Cosa che non accade di frequente... A presto Loris

@Marus Grazie dell'informazione Marus e a presto

Pierprandi ha detto...

@L'incarcerato Assolutamente..Ricordarlo è un obbligo, altrimenti il suo sarebbe stato un sacrificio inutile. A presto Inck

@Upupa Sono d'accordo con te è evidente che questo paese non si merita persone così...Hasta siempre!

Anonimo ha detto...

Ciao e grazie per essere passato da me!

Domani ricorre questo anniversario e, come scriveva L'Incarcerato, nessuno lo ricorderà.
Proprio per questo sono molto felice di aver trovato i vostri post.

Nessuna morte è mai vana, per quanto vogliano convincerci del contrario.
Il corpo muore, ma le idee restano nei cuori e nelle menti degli onesti.
Un saluto!

NADIA ha detto...

HOla querido!!
Mi uniscio al ricordo di una grande persona che ha pagato con la vita la sua idea di libertà!!!
HASTA SIEMPRE PEPPINO!!!

Ivo Serenthà ha detto...

Ho sentito alla radio il fratello di Peppino,ogni anno a Cinisi riescono ad organizzare la celebrazione alla sua memoria,peccato che una buona parte dei cittadini non segua la manifestazione,ignorano volutamente perchè non sono stati abituati alla condizione della legalità.

Hai fatto bene ad inserire il video dei Modena city ramblers,anche loro non sono mancati alla celebrazione.

Buon fine settimana,

&& S.I &&

Andrea De Luca ha detto...

grande uomo impastato, grande uomo

luly ha detto...

Ciao Pierprandi,
mi unisco a te nel ricordare quest'uomo coraggioso, come dovrebbero essere tanti.
"Vivi, corri per qualcosa, corri per un motivo…
Che sia la libertà di volare o solo di sentirsi vivo…" Nomadi
Un saluto affettuoso:)

Pierprandi ha detto...

INTANTO MI SCUSO CON TUTTI PER IL RITARDO CON CUI RISPONDO AI VOSTRI COMMENTI, MA E' UN PERIODO PIENO DI IMPEGNI. MEA CULPA :(

@Guernica Prima di tutto benvenuta qui sull'Eco, sicuramente i media non hanno dato il giusto risalto a questo anniversario, ma questo ormai non mi stupisce, quindi mi sembra doveroso, almeno da parte di noi blogger, ricordare un personaggio tanto coraggioso. A presto

@Ivo In Sicilia (e non solo...) c'è ancora molto lavoro da fare al riguardo, però le cose , seppur lentamente, stanno cambiando. Riguardo ai Modena..Beh li seguo da sempre, e nonostante negli ultimi anni hanno perso un po' di "smalto", sono sempre grandi. Un saluto

Pierprandi ha detto...

@Nadia Hola mia querida!!!!! Si ha pagato a caro prezzo il suo coraggio...Il minimo che dobbiamo fare è ricordarlo... Hasta la victoria siempre! Besos

@Andrew Concordo assolutamente. A presto

@Luly I cari e vecchi nomadi, altri miei conterranei... :) Un abbraccio a presto

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